lunedì 19 maggio 2008
mercoledì 14 maggio 2008
venerdì 9 maggio 2008
Fumetto in aula
Martedì 13 maggio 2008
Università degli studi di Milano
Sala Napoleonica, via Sant'Antonio, 12
Apertura dei lavori e saluti delle autorità
Ore 9,30 presiede Elio Franzini
Goffredo Fofi: il romanzo a fumetti
Luca Raffaelli: il tema del dramma nei personaggi giapponesi
Marco Modenesi: la BD, il fumetto tra Francia e Belgio
Paolo Interdonato: alla ricerca del fumetto perduto
Ore 15,00 presiede Bruno Falcetto
Bruno Cavallone: la traduzione del fumetto
Giuliano Cenati: Valentina fra emancipazione e fantasia
Vittorio Spinazzola: L'umanità di Snoopy
Michele Serra: generazione Linus
Giancarlo Soldi: nuvole parlanti
Proiezione del film "Nuvole parlanti" di Giancarlo Soldi
Università degli studi di Milano
Sala Napoleonica, via Sant'Antonio, 12
Apertura dei lavori e saluti delle autorità
Ore 9,30 presiede Elio Franzini
Goffredo Fofi: il romanzo a fumetti
Luca Raffaelli: il tema del dramma nei personaggi giapponesi
Marco Modenesi: la BD, il fumetto tra Francia e Belgio
Paolo Interdonato: alla ricerca del fumetto perduto
Ore 15,00 presiede Bruno Falcetto
Bruno Cavallone: la traduzione del fumetto
Giuliano Cenati: Valentina fra emancipazione e fantasia
Vittorio Spinazzola: L'umanità di Snoopy
Michele Serra: generazione Linus
Giancarlo Soldi: nuvole parlanti
Proiezione del film "Nuvole parlanti" di Giancarlo Soldi
A schiacciare le margherite
Barry Sonnenfield, prima di dirigere Men In Black e Wild Wild West e dopo una fulgida carriera da direttore della fotografia, ha esordito come regista con un paio di film dedicati alla Famiglia Addams. Quell’umorismo, rorido di atmosfere nere e derivato tanto dalla nota serie televisiva in b/N quanto dai cartoon che lo straordinario Chas Addams pubblicava sul “New Yorker”, gli deve essere rimasto addosso.
Ieri sera ho visto il primo episodio di una serie tv del 2007: Pushing Daisies, prodotta e - in almeno un paio di occasioni - diretta da Sonnenfield.
Credo che almeno una serata della tua vita se la meriti tutta.
Etichette:
Barry Sonnenfield,
Chas Addams
mercoledì 7 maggio 2008
martedì 6 maggio 2008
Here - Richard McGuire
In un libro chiamato "Spari d'inchiostro, appunti per un canone del fumetto", scrivevo:
Nel 1989 Spiegelman e Mouly, sorpresi dal successo commerciale del primo volume di Maus nelle librerie generaliste, capiscono che il bellissimo formato di “Raw” se da un lato è un fattore abilitante, dall’altro rischia di allontanare numerosi potenziali acquirenti. Esce allora, con l’editore Penguin il primo numero della seconda serie. Ed è un libretto dall’aspetto ben misero se messo di fianco ai fascicoli (enormi) usciti fino ad allora.
Su quel numero di “Raw”, in quel formato sacrificante, appare un’opera fondamentale: Here di Richard McGuire. Te lo descrivo per due motivi: non ti rovino niente e magari (che la fata della prosa comprensibile mi assista) riesco a farti cogliere il genio lì contenuto. Sono sei pagine con gabbia fissa.
In ogni pagina ci sono 6 vignette. Tutte le vignette inquadrano lo stesso punto: l’angolo di una casa. In cima a ciascuna vignetta c’è una didascalia con la data. Dal quinto quadretto della prima pagina, all’interno della vignetta vengono riquadrate una o più vignette, ognuna con una sua data. La storia non segue in alcun modo la freccia del tempo: le date balzano avanti e indietro
indifferentemente. Non si tratta di flashback o flashforward, è proprio la struttura della storia. Here manda definitivamente al diavolo l’odiosa definizione di Scott McCloud e racconta la storia
di un pianeta, degli animali che lo popolano, di una nazione, di una famiglia e di una casa. È fumetto. Fa cose che si possono fare solo con il fumetto. Indica lo specifico del fumetto (la magica chimera inafferrabile) che è una cosa che McGuire ci sa mostrare e noi sappiamo capire, anche se non siamo capaci di definirla.
Girando in rete, trovo questo film - questo corto - che di quel fumetto è un adattamento.
Nel 1989 Spiegelman e Mouly, sorpresi dal successo commerciale del primo volume di Maus nelle librerie generaliste, capiscono che il bellissimo formato di “Raw” se da un lato è un fattore abilitante, dall’altro rischia di allontanare numerosi potenziali acquirenti. Esce allora, con l’editore Penguin il primo numero della seconda serie. Ed è un libretto dall’aspetto ben misero se messo di fianco ai fascicoli (enormi) usciti fino ad allora.
Su quel numero di “Raw”, in quel formato sacrificante, appare un’opera fondamentale: Here di Richard McGuire. Te lo descrivo per due motivi: non ti rovino niente e magari (che la fata della prosa comprensibile mi assista) riesco a farti cogliere il genio lì contenuto. Sono sei pagine con gabbia fissa.
In ogni pagina ci sono 6 vignette. Tutte le vignette inquadrano lo stesso punto: l’angolo di una casa. In cima a ciascuna vignetta c’è una didascalia con la data. Dal quinto quadretto della prima pagina, all’interno della vignetta vengono riquadrate una o più vignette, ognuna con una sua data. La storia non segue in alcun modo la freccia del tempo: le date balzano avanti e indietro
indifferentemente. Non si tratta di flashback o flashforward, è proprio la struttura della storia. Here manda definitivamente al diavolo l’odiosa definizione di Scott McCloud e racconta la storia
di un pianeta, degli animali che lo popolano, di una nazione, di una famiglia e di una casa. È fumetto. Fa cose che si possono fare solo con il fumetto. Indica lo specifico del fumetto (la magica chimera inafferrabile) che è una cosa che McGuire ci sa mostrare e noi sappiamo capire, anche se non siamo capaci di definirla.
Girando in rete, trovo questo film - questo corto - che di quel fumetto è un adattamento.
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