martedì 6 maggio 2008

Here - Richard McGuire

In un libro chiamato "Spari d'inchiostro, appunti per un canone del fumetto", scrivevo:

Nel 1989 Spiegelman e Mouly, sorpresi dal successo commerciale del primo volume di Maus nelle librerie generaliste, capiscono che il bellissimo formato di “Raw” se da un lato è un fattore abilitante, dall’altro rischia di allontanare numerosi potenziali acquirenti. Esce allora, con l’editore Penguin il primo numero della seconda serie. Ed è un libretto dall’aspetto ben misero se messo di fianco ai fascicoli (enormi) usciti fino ad allora.

Su quel numero di “Raw”, in quel formato sacrificante, appare un’opera fondamentale: Here di Richard McGuire. Te lo descrivo per due motivi: non ti rovino niente e magari (che la fata della prosa comprensibile mi assista) riesco a farti cogliere il genio lì contenuto. Sono sei pagine con gabbia fissa.
In ogni pagina ci sono 6 vignette. Tutte le vignette inquadrano lo stesso punto: l’angolo di una casa. In cima a ciascuna vignetta c’è una didascalia con la data. Dal quinto quadretto della prima pagina, all’interno della vignetta vengono riquadrate una o più vignette, ognuna con una sua data. La storia non segue in alcun modo la freccia del tempo: le date balzano avanti e indietro
indifferentemente. Non si tratta di flashback o flashforward, è proprio la struttura della storia. Here manda definitivamente al diavolo l’odiosa definizione di Scott McCloud e racconta la storia
di un pianeta, degli animali che lo popolano, di una nazione, di una famiglia e di una casa. È fumetto. Fa cose che si possono fare solo con il fumetto. Indica lo specifico del fumetto (la magica chimera inafferrabile) che è una cosa che McGuire ci sa mostrare e noi sappiamo capire, anche se non siamo capaci di definirla.


Girando in rete, trovo questo film - questo corto - che di quel fumetto è un adattamento.

Nessun commento: